“…ma sai, io penso che una volta morti l’anima mica vada giù o su… credo che sia una semplificazione per gli uomini, per la nostra inadeguatezza di fronte al trascendente... per tramandare un concetto, quello della vita, a cui siamo ingenuamente legati ed incapaci a capirne il mistero della fine… una volta avevo letto che l’uomo è l’unico animale che passa la vita a cercare di capire la propria esistenza… è vero, perché abbiamo confini delimitati, così come è breve lo spazio di manovra della nostra mente… non possiamo concepire l’idea semplice del passaggio, perché non siamo pronti a riempire di contenuti il concetto di “passaggio”… come se tutto dovesse avere un senso, un risultato, un’aspettativa… capito? Non so dove vada a finire l’anima. Cazzo, io non so nemmeno dirti cos’è l’anima… che cos’è? Il nostro essere qualcosa? L’ultimo respiro? Io non ne ho idea. L’anima forse è quello che respiriamo, le parole che ci dicono e diciamo, quello che leggiamo, l’ipocrisia e la verità, il cibo, l’amore e le scopate… insomma, l’anima è dappertutto. E’ nelle cose proprie e in quelle degli altri. L’anima non è una cosa originale, l’anima è vita affastellata dentro tutte le vite. E quindi non va da nessuna parte… forse si frantuma ed esce, e agli altri non rimane che respirarla… ma non lo so... forse, il mio è solo un delirio…”
“Ed ora che farai?”
“Nulla, starò qui. Cosa dovrei fare?”
“Posso farti una richiesta?”
“Dimmi”
“Posso baciarti gli occhi, quando succederà?”
“Perché?”
“Perché hai paura.”
“Non è vero. Sono sereno.”
“Va bene. Bacerò i tuoi occhi, però.
“Perché?”
“Perché dentro c’è passata tutta la tua vita prima di tutto questo. Voglio baciare la vita vera, la tua vita, quella che se ne va, quella vita che t’ha spaventato quando chiudevi gli occhi per non vederne l’orrore. Vorrei baciarti via tutto questo orrore.”
“La sai una cosa?”
“Cosa?”
“Ho paura”

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