"Il mondo è un frettoloso groviglio d'ingiustizie"
(Zamo)


- Chi è?
Apro la porta. Mano destra a paletta sollevata in aria. Registro dei piantoni in mano. Guardo un punto indefinito dietro la finestra.
- Capitano, comandi. Trasmettitore Mellini Carlo quarantunesimo reggimento trasmissioni battaglione Frejus compagnia comandi e servizi secondo plotone. Comandi.
- Dica.
- Io sono quello che ha mandato a chiamare…
- Per cosa?
- Per la frase…
- Aaaahhhhh…. - all’unisono il comandante e il tenente mi guardano. Il comandante si chiama Alessandro Molas e comanda la compagnia comandi e servizi, quella a cui sono stato assegnato. E’ magro, tirato, due baffi stetti e regolari. Sembra Francisco Franco più alto. Il tenente si chiama Gianni Scarlatti. Un deficiente col padre e nonno militari. Praticamente uno con la vita già cucita dentro un orribile divisa verde. Vessato da Molas che spesso lo umilia di fronte a noi soldati semplici.
- Abbiamo il poeta delle quattro di notte, tenente! Mellini, apra il registro… legga… legga la composizione…
Molas mi guarda col ghigno di chi la sa lunga, Scarlatti con lo stesso ghigno, ma meno convincente. Deve imparare, il tenente. Mi sa che quando al corso per sottoufficiali c'era la lezione "Posture psicosomatiche da stronzo" Scarlatti era assente.
- “Possono farci qualunque cosa ma non possono fermare il tempo”
- Lo sa che è reato scrivere sopra un registro ufficiale?
- No, non lo sapevo…avevo visto altri registri pieni di scritte ed ho scritto anche io…
- E che fà? Scrive le cose 'a pappagallo'? Lei vede gli altri che fanno una cosa e la ripete? Ha sentito, tenente?
- (maporcamadonna) …
- Stia eretto! - mi ordina il tenente. Ma senti che tono 'sto coglione.
Il comandante si alza e prende un fascicolo. Lo sfoglia per un po’, poi tira fuori una cartelletta da ufficio. La apre e legge.
- Mellini Carlo di Mellini Gianni e Lentu Maria… padre operaio e madre casalinga… due sorelle… perché fa queste cose?
- Quali cose?
- Lei è già stato punito insieme a De Falco.
- Si, ma perché…
- Perché fa queste cose? Lei ha paura di me o del tenente? Si sente minacciato?
- (mannaggiaddio) No…
- E allora perché scrive queste cose? Si droga? Che droghe usa?
- Come?!
- Fa uso di droghe?
- (Si) No!
- Ma come no… Jim Morrison… ’ste frasi… su... mica vorrà farci credere che non si è mai fatto uno spinello?
- (senti, comandante di 'sto cazzo. Sto in questa caserma da tre mesi e per tre mesi t’ho visto lavorare fino alle otto e mezza di sera. Se vuoi puoi uscire alle quattro. Ho visto pure tua moglie. La vedono tutti quando entra in caserma. E’ tanto troia, e lo sai. E sai pure che c’ha una voglia di cazzo che la metà basta. Tuo figlio non l’ho conosco ma possibile che stia rollando – che ore sono, le quattro del pomeriggio? – la quinta canna della giornata. E c’ha ragione a sballare. Perché avere un padre del genere, porcodio, deve essere dura. Perchè tu c’hai un sacco di problemi, ma problemi grossi. Ti preoccupi di un registro del cazzo su cui annotiamo chi entra ed esce da questa cazzo di caserma del cazzo e sono sempre le stesse cazzo di persone. Io ho scritto sul registro perché mi stavo rompendo i coglioni di notte e l’unica cosa che mi è venuta in mente è stata quella frase, va bene? Non puoi cacarmi il cazzo per mezz’ora solo per giustificare la tua faccia di cazzo in questo ufficio. Non c’è bisogno. Lo sappiamo tutti perché stai qui. Non ti tira più l'uccello e aspetti che finisce il turno di uno che ancora riesce a far urlare quel puttanone da sbarco di tua moglie. Anzi, no. Adesso tua moglie di sicuro c’ha la bocca attappata, stronzo.)
- No, non mi drogo.
- Quindi lei non avrebbe nulla in contrario se io le ordinassi di fare il drug-test.
- Nessun problema.
- Bene…tra una settimana parte uno scaglione per l’ospedale. Lei si aggregherà.
- Perfetto.
- La tengo d’occhio, Mellini.
- Posso andare?

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